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Cremazione: a Catania ancora tutto fermo

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Tags: SebastianoArcidiaconoCremazioneCimiteroPoliticaFuneraria

Nonostante le richieste dei cittadini siano in evidente crescita, si percorre la strada, molto più lunga, dei finanziamenti pubblici. L’amministrazione non intende realizzare un impianto con bando europeo, in 30 giorni e a costo zero

In Sicilia l’uso della cremazione stenta a decollare. Ciò avviene non solo perché nell’Isola questo tipo di cultura non è del tutto affermata ma anche, e soprattutto, per la mancanza di strutture sufficientemente adeguate.

L’unico impianto di cremazione esistente in tutta l’Isola si trova a Palermo, all’interno del Cimitero monumentale dei Rotoli. È un forno vecchio di vent’anni, malfunzionante, che non fa certo onore alla Sicilia, costringendo a lunghe attese se non addirittura ad angoscianti trasferimenti delle salme in altre strutture sul territorio nazionale, comportando notevoli sacrifici e incrementi dei costi.

Nella parte Orientale dell’Isola, la situazione, allo stato attuale, è ancor più desolante: a Catania, da anni si parla della costruzione di un impianto di cremazione all’interno del Cimitero di via Acquicella e l’intenzione di costruirlo esiste, ma al momento il progetto sembra essere in alto mare.

Come confermano dal Comune, infatti, per quanto riguarda il versante ionico dell’Isola e la questione della costruzione di un impianto di cremazione, tutto attualmente è poco definito.

“Abbiamo inserito nel Programma delle opere pubbliche la realizzazione di un forno crematorio – spiega l’assessore a Lavori pubblici e Manutenzioni del Comune di Catania, Sebastiano Arcidiacono – e questo impianto dovrebbe sorgere proprio all’interno del cimitero di via Acquicella”.

L’Amministrazione ha quindi l’intenzione politica di dotare finalmente la città di Catania di un impianto moderno di cremazione. Tuttavia, altro discorso è quello dell’effettiva realizzazione. E l’assessore resta vago quando chiediamo per quale motivo il Comune non voglia realizzare la struttura – in 30 giorni e a costo zero – tramite un bando europeo.

“Vogliamo costruire un impianto pubblico – dice Arcidiacono – ma non abbiamo ancora trovato le risorse necessarie. Stiamo valutando le varie possibilità per raggiungere l’obiettivo della costruzione e questa può venire anche con il coinvolgimento dei privati. Questa per noi sarebbe l’ultima ipotesi, nel senso che noi proviamo a fare i servizi per i cittadini con risorse pubbliche. Poi, nel caso in cui ci fossero ulteriori proposte da parte dei privati,  valuteremo”.

Ovviamente però, andando alla ricerca di finanziamenti vari, i tempi si allungheranno a dismisura, anche se l’assessore conferma come l’amministrazione, consapevole del fatto che la cremazione rappresenti una scelta personale in costante aumento, sappia che la costruzione di un impianto in un territorio come quello etneo sia ormai diventato un atto necessario.
“Intanto – conclude Arcidiacono – attendiamo l’approvazione del nuovo Piano triennale delle opere pubbliche, che dovrebbe ricevere il via libera del Consiglio comunale entro fine settembre. Poi si potrà avviare un percorso concreto”.




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