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Bologna, l'ultimo affare

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Una municipalizzata per un business da 46 milioni di euro

Soldi in arrivo a pioggia dalle cremazioni. A Bologna le incinerazioni sono diventate un business da 46 milioni di euro, visto il boom dei defunti cremati: circa 4 mila sugli 11 mila annuali nell'intera provincia del capoluogo emiliano.
Per questo la città ha deciso di dotarsi di un adeguato servizio, affiancandolo al progetto per la restaurazione del cimitero principale di Bologna della Certosa; una struttura in decadenza che non in grado di soddisfare le richieste di incinerazione (neppure 1.000 quelle eseguite in un anno) che costringe i cittadini a trasferte a Ravenna, Brescia o Mantova.
Per risolvere la situazione è quindi sceso in campo il Comune, che si è ritagliato un ruolo da protagonista nel progetto.
GESTIONE DEL SERVIZIO FUNERARIO. Alla vigilia dell'inaugurazione del polo crematorio di Borgo Panigale, un impianto che da febbraio è previsto possa garantire quasi 6 mila cremazioni all'anno, il Comune guidato dalla giunta di Virginio Merola ha infatti annunciato, con un'apposita delibera approvata lunedì 28 novembre - alla quale si sono opposti Popolo della libertà, Lega nord e Movimento 5 stelle - di voler entrare direttamente nella gestione del servizio funerario.
L'ACQUISTO DELLA SOCIETÀ DA HERA. L'obiettivo dell'amministrazione guidata dal sindaco del Partito democratico è acquisire dalla multiutility Hera - attiva in una vasta fascia di territorio da Modena a Pesaro - il ramo aziendale che per anni ha gestito le cremazioni.
La società della holding ha i bilanci in perdita per oltre 500 mila euro e probabilmente anche per questo Hera ha deciso di disfarsene.
Come stabilito dal Consiglio comunale, nelle prossime settimane l'azienda deve diventare dunque municipalizzata per 20 mila euro, aprendo così un nuovo capitolo della vicenda.
Nuovo soggetto pubblico-privato, controllato dal Comune al 51%

A Palazzo d'Accursio il progetto prevede di rifondare la società rendendola partecipata con una quota pubblica del 51%, mentre il socio privato è in programma che sia scelto con un bando, in scadenza nell'estate 2012, capace di fornire un aumento di capitale di 2,5 milioni di euro con l'uscita di scena di Hera.
E al socio è riservata la facoltà di nominare l'amministratore delegato della nuova azienda mista. Questa possibilità è però vista con diffidenza dalla novantina di dipendenti del cimitero della Certosa che hanno chiesto al Comune di poter considerare, per il 49% di quota privata, non un unico soggetto, quanto il coinvolgimento delle associazioni cittadine e degli stessi addetti della struttura.
L'amministrazione non ha ancora risposto ufficialmente, ma è in programma una discussione per sciogliere la riserva.
BUSINESS DA 46 MILIONI DI EURO. Quale che sia la natura del partner del municipio, l'investimento iniziale è d'obbligo e rappresenta la base per un progetto finanziario in grado di raggiungere quasi 46 milioni di euro, come ha stimato la giunta.
Il fondo da creare prevede che oltre ai 2,5 milioni di euro del soggetto (o soggetti) privato si aggiungano 24,9 milioni di utili previsti dal Comune e ulteriori 18,5 milioni di investimenti (considerati come una sorta di maxi-contributo) dei quali si deve far carico il privato, che dovrebbe incassare oltre 6 milioni per 30 anni di concessione.
Il denaro non è previsto che rimanga nelle casse comunali, ma deve essere impiegato, come ha spiegato l'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, «per la manutenzione e la ristrutturazione delle strutture cimiteriali, cioè il complesso monumentale della Certosa e di Borgo Panigale». Che dovrebbero essere così in grado di rispondere alla crescente domanda dei bolognesi di farsi cremare dopo la morte.  




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