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Cremazioni anche a Bologna da gennaio

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Seimila 'servizi' all'anno

Da gennaio, al massimo febbraio, sarà attivo il nuovo polo crematorio di Bologna: effettuerà 6.000 ‘servizi’ all’anno. Sono finiti, quindi, i viaggi fuori città, verso Mantova, Brescia o Ravenna, per la cremazione. A Bologna sarà anche possibile che le tariffe, oggi fissate a 550 euro per ogni cremazione, possano diminuire visto che “ci saranno economie di scala e non ci sarà la quota a parte per il trasporto della salma fino ai poli delle altre città". Lo annuncia oggi, in una udienza con Hera in commissione Bilancio a Palazzo D’Accursio, l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo.  Con lui ci sono anche il direttore generale di Hera Bologna, Angelo Bruschi, e il presidente di Herasocrem Luigi Castagna.

Nel frattempo, come riporta l'agenzia Dire, mentre si svolgerà la gara per la nuova gestione dei servizi cimiteriali (con una società a maggioranza pubblica), Hera inizierà a sfilarsi, come chiede dal 2007, da questa attività per uscirne del tutto alla fine di giugno. Il progetto del Comune è costituire una società, con il 51% di proprietà pubblica, che gestisca i servizi. Ci sarà la manifestazione di interesse, la selezione, la verifica, la creazione dello statuto e poi la gara, con due passaggi in Consiglio comunale: il primo, probabilmente, il 28 novembre, anche se i dipendenti hanno chiesto di rinviare questa tappa affinché l’amministrazione valuti la loro proposta di un azionariato popolare per gestire i servizi funerari. Ipotesi che Rizzo ha già detto essere percorribile partecipando alla fase di ricerca di manifestazioni di interesse alla gestione del servizio.

Un vero piano economico finanziario per la Certosa e gli altri servizi cimiteriali ad oggi non c’è, saranno i privati a doverlo presentare, ma di certo si sa che la base di gara per entrare in societa’ sara’ di 2,5 milioni “che pensiamo di poter anche raddoppiare”, si dice fiducioso Rizzo Nervo. Il Comune, da parte sua, darà 20.000 euro ad Hera per riprendere possesso del servizio e metterà un milione di euro quest’anno e uno l’anno prossimo per gli investimenti da fare alla Certosa. Poi incasserà la quota della cessione del 49% della societa’ dai privati incassando cosi’ almeno 2,5 milioni.



Il cimitero monumentale per essere restaurato ha bisogno di una cifra non inferiore ai 20 milioni di euro, e proprio la Certosa e i servizi cimiteriali beneficeranno degli utili (pubblici) della società, che “non passeranno nemmeno dal bilancio di Palazzo D’Accursio, ma saranno re-investiti direttamente”. La proiezione, precisa poi l’assessore, e’ di incassare circa 46 milioni di euro in 30 anni, questo il periodo della concessione alla nuova società, e l’utile pubblico tornerà nello stesso settore. In tutto questo non si pone nemmeno il problema dei dipendenti: la novantina di lavoratori Hera nei cimiteri possono passare nella nuova società , oppure costituirsi in consorzio e partecipare alla manifestazione di interesse. Non si esclude nemmeno una successiva ricapitalizzazione della società, nel futuro, che magari potrà includere anche i Comuni del territorio. Il polo crematorio, infatti, avra’ una capacita’ piu’ che sufficiente a servire la provincia: “Vi si contano circa 11.000 decessi all’anno e anche se la metà di queste persone scegliesse la cremazione (oggi lo fa un terzo dei bolognesi), il polo basterebbe”, dice Castagna.




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