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Cimitero Busto Arsizio: pubblicità fuori, niente crematorio dentro

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Ruffinelli (Lega) minaccia di non rientrare in consiglio comunale finchè non si tolgono i cartelli pubblicitari all'esterno; D'Adda (PD) punta il dito contro il forno crematorio non ancora in funzione nonostante la richiesta

Dentro e fuori, il cimitero di Busto Arsizio è all'attenzione del consiglio comunale. Precisamente di due donne, in rappresentanza degli opposti schieramenti: Luciana Ruffinelli per la Lega Nord, e Erica D'Adda per il PD. La prima ha preso posizione in aula, nell'ultima seduta del consiglio, contro la presenza di cartelloni pubblicitari che deturpano la zona circostante gli accessi del cimitero cittadino dalla via per Lonate. La seconda, chiede notizie sugli sviluppi di un'incompiuta celebre, il forno crematorio che dovrebbe finalmente dare risposta a quanti per i resti del caro (in lacrime, e in quattrini) estinto preferiscono questo metodo alla "classica" sepoltura.

- Dentro fiori e lacrime, fuori una pubblicità chiassosa
Ruffinelli è amareggiata per quello che fin qui ha trovato un atteggiamento poco collaborativo sulla segnalazione che ha rilanciato in consiglio comunale. «E che» ricorda «mi è giunta direttamente dai cittadini che frequentano il cimitero. Così mi sono fatta sentire due volte in consiglio, ho scritto su l'Informazione, ho inviato una lettera al sindaco, fin qui senza risposta». E per protesta, ribadisce, sia pure «a malincuore», che è pronta a non presentarsi in consiglio comunale per l'ultima seduta prima del voto. Considerando che in ballo nelle prossime sedute ci sarà anche il bilancio e che un voto in maggioranza fa sempre comodo, non è minaccia da prendere sottogamba, sia pure a fine consigliatura. «C'è un inquinamento visivo in tutta Busto (e nella lettera al sindaco Ruffinelli cita le proteste dell’Associazione Familiari delle Vittime della Strada), che la rende da questo punto di vista bruttissima, benchè il Codice della Strada all'art.23 vieti i cartelloni pubblicitari lungo le strade, pericolosi perchè distraggono, salvo eccezioni motivate». Per il cimitero «è una questione di rispetto e di decenza, voglio dire, nel periodo di Natale c'erano pubblicità anche decisamente scanzonate» che stridono con il raccoglimento del luogo: con tanto di inviti a grandi saldi, sala gioco, centro commerciale. Più le pompe funebri, che perlomeno qui sono "di casa". Del resto, la pubblicità è cosa da vivi. «Per tutto questo dico che non verrò in consiglio finchè non si rimuovono i cartelli e non si riunirà la commissione competente per rivedere l'obsoleto regolamento sul posizionamento della pubblicità stradale».

- Cremazione: tuttora un problema, nell'anno di grazia 2011
D'Adda ha presentato invece un'interrogazione, pur sapendo che non sarà evasa fin dopo le elezioni, per sapere che sviluppi abbia la questione relativa al forno crematorio del cimitero di Busto. "Sta diventando un classico da ‘storia infinita' " scrive la rappresentante del PD; "il Sindaco ha incontrato la scorsa primavera i responsabili della So.Crem, società varesina per la cremazione, che conta più di 7000 iscritti, alcune centinaia anche a Busto Arsizio"; intanto "le famiglie che ricorrono a questo servizio particolare devono andare a Domodossola, con spese notevoli per le stesse, e per il Comune che eroga contributi". Di conseguenza chiede: quando aprirà l’impianto di Busto; una valutazione del suo stato tecnico, che per D'Adda non è ottimale; a chi sarà affidata la gestione; i motivi di tempi tanto lunghi per rendere attivo il servizio, che porterà in casa anche quella parte economica che oggi va ad altre amministrazioni; che tipo di ragionamento e/o interazione è stato avviato con Socrem, e come procede. «Le lungaggini sono state devastanti, già cinque anni fa si è dovuto rivedere il progetto dell'impianto, e comunque non è che sia il massimo tecnologicamente» lamenta D'Adda, «sembra che per fare qualsiasi cosa di nuovo in questa città ci voglia chissà quanto tempo. Il bacino d'utenza potenziale è vasto, quella della cremazione è una scelta che si diffonde sempre più, è imbarazzante che l'impianto ancora non sia in funzione».




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